Papa Francesco nomina tre donne al dicastero per i Vescovi: è la prima volta

Papa Francesco ha nominato tre donne al Dicastero per i vescovi: sono suor Raffaella Petrini, suor Yvonne Reungoat e Maria Lia Zervino.

Il Dicastero per i vescovi è l’organo vaticano che si occupa del processo di selezione dei pastori che andranno a guidare le diocesi, proponendo al Pontefice per ogni sede una terna di candidati (che il Papa è però libero di rifiutare).

Suor Raffaella Petrini è dal 2021 la segretaria generale (e quindi numero due) del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, l’organo di potere esecutivo della città-stato. Suor Yvonne Reungoat è stata superiora generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice, mentre Maria Lia Zervino è presidente dell’Unione Mondiale delle Organizzazioni Femminili Cattoliche. La loro nomina fra i membri, fino ad oggi tutti uomini, del Dicastero guidato dal cardinale Marc Ouellet era stata anticipata dal Pontefice nel corso di un’intervista alla Reuters.

La presenza di donne in Vaticano

«Io sono aperto che si dia l’occasione», ha affermato il Papa rispondendo a una domanda del giornalista Philip Pullella sulla presenza femminile in Vaticano. «Oggi il Governatorato ha una vice governatrice», ha aggiunto, facendo riferimento proprio a suor Petrini. «Adesso, nella Congregazione dei Vescovi, nella commissione per eleggere i vescovi, andranno due donne per la prima volta. Un po’ si apre in questo modo».

Negli ultimi anni, Bergoglio ha nominato diverse donne in ruoli di governo e responsabilità, che spesso in precedenza erano stati ricoperti solo da uomini. Oltre a Petrini, anche altre religiose occupano posti importanti in dicasteri vaticani: l’economista suor Alessandra Smerilli è segretaria, e quindi numero due, del Dicastero per lo sviluppo umano integrale, mentre suor Carmen Ros Nortes è sottosegretaria al Dicastero per i religiosi. E la francese suor Nathalie Becquart è sottosegretaria del Sinodo dei vescovi: un ruolo che da regolamento la porterebbe ad essere la prima donna a poter votare sul documento conclusivo del Sinodo, l’assemblea che raduna vescovi da tutto il mondo ogni tre anni per discutere di questioni importanti per la vita della Chiesa universale.

Durante il pontificato di Francesco è anche aumentata la presenza di donne laiche all’interno delle istituzioni vaticane: ci sono ad esempio Francesca Di Giovanni, sottosegretaria per il Settore multilaterale della Sezione per i Rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato e le Organizzazioni Internazionali o le sottosegretarie al Dicastero per i laici, famiglia e vita Linda Ghisoni e Gabriella Gambino. Ma anche la direttrice dei Musei Vaticani Barbara Jatta, la professoressa Emilce Cuda che è segretaria della Pontificia commissione per l’America Latina, la direttrice della Direzione teologico-pastorale del Dicastero per la comunicazione Nataša Govekar e Cristiane Murray, vicedirettrice della Sala Stampa della Santa Sede.

Praedicate Evangelium e il ruolo delle donne

Dal 5 giugno è in vigore la nuova Costituzione apostolica sulla Curia romana Praedicate Evangelium, punto di arrivo del lavoro di riforma degli organismi della Santa Sede. Uno dei principi fondamentali contenuti in Praedicate Evangelium è il coinvolgimento anche di laici e laiche nei ruoli di governo della Curia romana. Rispondendo su questo punto specifico a una domanda di Pullella, il Papa ha sottolineato che in futuro come prefetti di alcuni dicasteri (che di solito sono guidati da cardinali) potrebbero essere nominati uomini o donne laiche e ha fatto come esempi quello del Dicastero per i laici, famiglia e vita o quello per la cultura e l’educazione.

Le reazioni delle donne cattoliche

«È una cosa importante e ne sono felice», è stato il commento della teologa e femminista americana Natalia Imperatori-Lee sulla futura nomina al Dicastero dei vescovi. «Ma – ha aggiunto – rimane scoraggiante la sensazione di dover celebrare il minimo cenno alla nostra partecipazione paritaria in questa chiesa. Due donne. Due». (Nell’intervista a Reuters il Papa aveva parlato di due donne e non tre, ndr).

Sul fronte italiano, l’associazione Donne per la chiesa ha accolto la notizia in maniera meno calorosa: «Non sono le nomine di singole donne a scardinare un sistema clericale maschile».

Francesco si è più volte detto contrario alla possibilità di ammettere le donne al sacerdozio. Nel 2020 il Papa ha costituito una seconda commissione di studio sul diaconato femminile: i lavori di una prima commissione, incaricata di studiare le forme in cui le donne ricoprivano questo ministero oggi riservato agli uomini nella Chiesa primitiva, avevano secondo il Pontefice portato a un “risultato parziale”. Mentre nel 2021, Francesco ha aperto le porte dei ministeri laicali – dunque non parte dell’Ordine sacro, come è invece il diaconato – del lettorato e dell’accolitato.

Maria Tornelli
(IG: @torn.maria)

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